Nata a Savona nel 1955.
Dal 1980 lavora nella vetreria artistica Studio Casarini.
Partecipa alla progettazione e alla realizzazione di vetrate per chiese ed edifici pubblici (Duomo di Savona, Sacro Cuore Savona, Chiesa cimitero di Molassana a Genova, Banca dʼItalia Savona, Banca San Paolo Loano etc.).
Realizza i vetri per mostre, tra cui: “Trasparenze” Palazzo Ducale, Genova 1998 , “La fortezza di vetro” Savona 1991,”Poissons de verre” Museo Oceanografico Montecarlo Ha lavorato con artisti di livello nazionale e internazionale come Rotella, Dova, Treccani, Mondino, Dorazio, Del Pezzo, Nespolo, Cascella, Fioroni, Hsiao Chin, Elde.
Nel 2004 apre un laboratorio a Milano e si trasferisce nella sua casa-laboratorio a Corvino San Quirico, Oltrepò Pavese dove apre lo studio Vetro e arte.
Lilia Siccardi (b. 1955 Savona, Italy)
Since 1980 she works in the stained glass workshop Studio Casarini.
She takes part in the design and implementation of stained glasses for churches and public buildings(Duomo di Savona, Sacro Cuore Savona, Chiesa cimitero di Molassana a Genova, Banca dʼItalia Savona, Banca San Paolo Loano etc.).
She has created glasses for various exhibitions, including “Trasparenze” at Palazzo Ducale, Genova 1998; “La fortezza di vetro” Savona 1991;”Poissons de verre” at Museo Oceanografico Montecarlo.
She has worked with artists of national and international level as Rotella, Dova, Treccani, Mondino, Dorazio, Del Pezzo, Nespolo, Cascella, Fioroni, Hsiao Chin, Elde.
In 2004 she opened a workshop in Milan and moved into his home in Corvino San Quirico, Oltrepò Pavese, where she opened her studio “Vetro e arte”.
Nel nostro laboratorio progettiamo e realizziamo vetrate e vetrofusioni per arte architettura e arredamento.
La trasparenza del vetro dà alla sua materia come una qualità spirituale, e dirige l’anima con mezzi
materiali verso ciò che è immateriale.
Abate Suger, 1081-1151
Nel nostro studio hanno lavorato più di cento artisti, tra questi: Mario Arlati, Fernando Leal Audirac, Giancarlo Bargoni, Gabriella Benedini, Aurelio Caminati, Carlos Carlè, Alik Cavaliere, Giampietro Carlesso, Sandro Cherchi, Claudio Carrieri, Tommaso Cascella, Sonia Costantini, Lucio Del Pezzo, Gioxe De Micheli, Piero Dʼorazio, Gianni Dova, Chiara Dynis, Ansgar Elde, Enzo Esposito, Mario Fallini, Edoardo Franceschini, Giosetta Fioroni, Giovanna Fra, Gianni Celano Giannici, Giuliano Giuman, Paul Goodwin, Paolo Iacchetti, Enzo Lʼacqua, Rosanna La Spesa, Sandro Lorenzini, Lorenzo Mangili, Graziano Marini, Renata Minuto, Ignazio Moncada, Aldo Mondino, Nino Mustica, Carlo Nangeroni, Ugo Nespolo, Gianpaolo Parini, Mario Rossello, Mimmo Rotella, Marco Nereo Rotelli, Nordine Sajot, Renza Sciutto, Roger Selden, Raimondo Sirotti, Giangiacomo Spadari, Emilio Tadini, Nani Domenico Tedeschi, Ernesto Treccani, Luigi Veronesi.
Sono vetri semiliquefatti, la cui forma comunque ne sottolinea l’origine e quel tema del recupero che appartiene al mood dei nostri giorni, e che si ripropongono in diverse tipologie d’oggetti: pezzi unici o di piccola serie, “firmati” da un’artista/ artigiana/ designer che da sempre privilegia questo medium espressivo. La storia di Lilia Saccardi viene da lontano, dagli inizi degli anni Ottanta: vetrate, allora, soprattutto, per chiese, edifici pubblici, mostre… E ha prestato anche il suo sapiente “saper fare” ad artisti di chiara fama, da Piero Dorazio a Gianni Dova, da Lucio Del Pezzo a Ugo Nespolo, a Mimmo Rotella… per non citarne che alcuni. Il nostro incontro risale all’ormai secolo scorso, al 1998: “Trasparenze”, una prestigiosa rassegna di vetri d’arte nello storico, genovese, Palazzo Ducale ci ha fatto incontrare e conoscere. E gli anni sono trascorsi … Lilia, da qualche tempo, “lavora per sé”: progetta, fonde e dà nuova vita a quel mondo di vetro che usiamo e gettiamo.
Ripesca dalle campane di vetro e strappa dal loro destino di diventare garbage bottiglie e barattoli d’ogni tipo: li fonde/cuoce, ricomponendoli seguendo una sua personale trama, e riproponendoli con una nuova funzione d’uso. Dà dunque loro una seconda possibilità d’esistenza, non sottraendo/cancellando del tutto la loro forma/decoro originario: ne permette dunque, ancora, un’identificazione, “rispettando”, allora, ad esempio,la bottiglietta di Campari dalla prestigiosa firma di Depero. E reintreccia felicemente, dunque, quel legame che stabiliamo ogni giorno con gli oggetti d’uso quotidiano, sottraendoli anche a quell’indecisione che a volte si manifesta (mi potrà ancora servire?). E caratterizza i suoi vetri “riaccolti” per l’ innovata empatia, grazie soprattutto ai “racconti” sempre sottesi ad ognuno di essi.
Anty Pansera